Alfred Kriegler è un avvocato divorzista, una stella del mestiere, famoso non soltanto perché fa centro con sicurezza e per il suo modo di stare in giudizio, ma anche per l’umanità che lo ispira. “Cerco soluzioni con cui tutti possano vivere bene”, dice un titolo sulla rivista Anwalt aktuell [~ “Novità avvocatizie”] del mese di giugno. Nella foto accanto vediamo il simpatico Alfred che sorride ed ispira fiducia. Infatti, la nostra amicizia testimonia il suo talento di fungere da mediatore e di lottare per la giustizia. Anche se, nel divorzio, era patrocinatore del mio ex marito, lo stimo lo stesso, sia come persona che come esperto. Ci incontriamo nel suo studio. L’ho pregato di farsi intervistare, ho con me il suo libro nuovo “Scheidungsratgeber für Männer” [“Vademecum del marito per il divorzio”]. Alfred mi aspetta, indossa un cappotto dal taglio elegante e alla moda, colletto in velluto, un signore al 100%. Alla mia prima domanda si mette a ridere: „Se esistono differenze tipiche tra i sessi nella situazione del divorzio? Non c’è dubbio!“ Durante il tragitto per Vienna Alfred cerca di trovare un sostituto per una collega ammalata e mi rivela di avere osservato spesso differenze caratteristiche tra uomo e donna, nel corso della sua attività di avvocato divorzista.
Essendo avvocato matrimonialista, mi dice, ci s’incontra con persone che si trovano in situazioni assolutamente eccezionali, in questo non c’è differenza tra i sessi. Però è interessante un comportamento prettamente differente in questa fase di massima emotività. Le donne sono più mirate, ritiene Alfred. Quando decidono di divorziare, pare che siano più capaci di relegare le emozioni per perseguire i loro interessi. Le loro emozioni, se ce ne sono, presentano squisite sfumature. La donna sa benissimo quali siano i punti deboli nelle emozioni di chi è ancora il marito, e il “colpo mortale” lo prepara meticolosamente.
Gli uomini sono molto più grossolani e soprattutto chiassosi. Abbaiano nel telefonino proclamando che “gliela farò vedere io, a quella!” Facendo finta di telefonare, Alfred allontana il cellulare dall’orecchio, e si ha l’impressione di sentire l’uomo arrabbiato che urla all’altro capo della linea. Passando alla fase concreta, cioè alla ripartizione dei valori patrimoniali, o qualora si tratti di rivelare i redditi, le donne sono più in gamba. Nella maggior parte dei casi hanno chiarito le cose già in precedenza, arrivano agli appuntamenti cariche di informazioni e fanno la loro strada inesorabili, agguerrite e strategicamente munite – a differenza degli uomini, i quali si presentano altrettanto agitati, offesi e vendicativi, o a volte anche con condiscendenza e orgoglio, ma sono più distanti dall’attuazione razionale, a quanto pare.
Soltanto a prima vista questo fenomeno appare in contrasto con la maggiore emotività manifestata dalle donne. Tenendo conto del fatto che le donne e gli uomini non si distinguono per la violenza delle emozioni ma piuttosto nella maniera in cui le stesse man mano sono controllate, il quadro diventa più chiaro, le donne hanno un collegamento più forte fra i centri emotivi e i centri linguistici del cervello, e quindi sono in vantaggio, non soltanto per quanto riguarda la concezione e la valutazione dei sentimenti, ma riescono anche più facilmente a canalizzarli e strumentalizzarli. Quindi per le donne è più facile inquadrare razionalmente l’emotività di elevato grado e addirittura usarla come “arma” per ottenere un vantaggio loro.